VENEZIA – «La lotta alla violenza sulle donne deve essere una priorità per tutta la società civile e per le Istituzioni. In Veneto viviamo con particolare trasporto la Giornata Mondiale di lunedì 25 novembre, nel ricordo vivissimo e straziante del femminicidio di Giulia Cecchettin. La brutalità dell’intera vicenda ha fatto di questa ragazza un simbolo universale, e alla sua memoria vogliamo dedicare questo giorno e tutte le iniziative che la Regione Veneto mette in campo per sostenere e aiutare, fino a nasconderle ai loro aguzzini, le tante donne vittime di violenza a svariati livelli, anche se non può certo esserci una scala di gravità per un reato odioso, più radicato di quanto si pensi, forse ancora poco punito».
Con queste parole, il Presidente della Regione, Luca Zaia, introduce la profonda e condivisa partecipazione del Veneto alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
«Anche quest’anno – fa notare Zaia – una sedia rossa campeggia nell’atrio di Palazzo Balbi, a significare che la Regione c’è, combatte e lavora per fronteggiare e rendere meno diffuso questo fenomeno di barbarie. Lo facciamo con tutte le azioni di moral suasion possibili, ma anche con una vasta e concreta organizzazione sul territorio, gestita dal nostro settore sociale, che mette in campo 25 Centri Antiviolenza con 34 sportelli e 31 case rifugio diffusi in tutte le province. In un anno sono stati anche investiti, tra risorse regionali e statali, oltre 4 milioni di euro».
«Abbiamo anche fatto la scelta strategica di rafforzare e rilanciare le diverse azioni per il 2024 e i mesi a venire – aggiunge – abbiamo aumentato i fondi specifici del nostro bilancio, portandoli a 1 milione 550 mila euro, stiamo mettendo a terra l’apertura di sportelli nelle Università, rafforzando le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, e quelle di formazione del personale chiamato a occuparsi di queste persone. Ogni donna in più che si rivolge alla nostra rete per chiedere aiuto e protezione può essere una vita salvata».
E non è un caso che l’ultimo report della Giunta regionale, presentato in Consiglio nel maggio 2024, contenga le risultanze di una interessante indagine condotta nei Pronto Soccorso, dalla quale, ad esempio, è emerso che l’89,47% ha un protocollo attuativo del percorso per le donne che subiscono violenza; il 100% prevede procedure diversificate e modalità di dimissione protetta nel caso di valutazione di rischio alto; il 100% informa la donna della presenza dei Centri Antiviolenza sul territorio; il 100% prevede la possibilità di rimanere in osservazione breve intensiva o in ambiente ospedaliero n caso di alto rischio di rivittimizzazione; l’86,4% ha predisposto un’area protetta separata dall’attesa generale; il 92,11% garantisce una visita entro massimo 20 minuti per ridurre ripensamenti o allontanamenti volontari. La tipologia di violenza che prevale è quella psicologica, seguita da quella fisica, economica, dallo stalking, dalle molestie e dalla violenza digitale.