Nascono nuove imprese, bene il turismo ma “in rosso” l’export

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BELLUNO – I livelli pre-pandemia sono ancora lontani, ma si registrano nuovi, timidi, segnali positivi: a tracciare il quadro – ancora una volta in chiaroscuro – dell’economia provinciale al terzo trimestre 2024 è l’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto. In provincia, torna a crescere il numero di imprese mentre resta sostanzialmente stabile quello delle realtà artigiane; si confermano invece i dati negativi su prestiti ed export.

Imprese in lieve risalita.

Se si guarda solo ai numeri pre-Covid, Belluno si conferma al secondo posto in Veneto – dietro Rovigo – per calo percentuale delle imprese: -3,4% tra le Dolomiti, -7,1% in Polesine, -1,8% la media regionale rispetto al 2019 (in nessuna provincia veneta si evidenzia il segno “più”). Concentrandosi invece sui valori assoluti, nel trimestre giugno-settembre 2024 si registra un’inversione di tendenza: 13.473 le imprese in provincia al 30 settembre, + 24 rispetto a fine giugno. Confermata anche nel Bellunese quindi la tendenza regionale, che negli ultimi tre trimestri ha visto una crescita ininterrotta del numero di imprese.

Discorso simile per quanto riguarda le sole imprese artigiane: se rispetto al 2019 il dato è ancora negativo (-4,4% contro il -4% regionale; calo in tutte le province venete, con la sola Venezia che mantiene gli stessi numeri di cinque anni fa), nell’ultimo trimestre il numero è rimasto sostanzialmente invariato (4.559, 4 in meno rispetto al 30 giugno 2024).

Continua la crescita del turismo, ancora in calo prestiti ed export.

Si conferma la crescita delle presenze turistiche, che hanno superato i 3,1 milioni di presenze: +1,6% rispetto allo stesso periodo 2023, leggermente superiore alla media regionale (+1,3%). Tutte le province venete fanno registrare presenze in crescita, ad eccezione di Rovigo.

Negativo invece il dato sulle esportazioni, che nel primo trimestre 2024 risultava migliore della media veneta: 2,7 miliardi di euro le esportazioni nel primo semestre, -6,4% rispetto al 2023, secondo peggior risultato dietro Venezia (-11,2%). La media regionale è del -3,5%.

Risultato migliore rispetto all’andamento regionale, ma comunque con valori negativi, quello dei prestiti alle imprese, che nel primo semestre hanno superato i 1,5 miliardi di euro. -8,6% la media regionale rispetto al 2023, -4,8% l’andamento provinciale (dietro solo a Padova con -3,6%).

Il commento.

«Questi dati tratteggiano un ritratto in chiaroscuro della nostra economia provinciale – commenta il direttore di Appia CNA Belluno, Cristian Sacchet – guardando agli aspetti positivi, non possiamo che accogliere con soddisfazione la lenta risalita del numero di imprese, in linea con il trend regionale. Da sottolineare, inoltre, non solo la stabilizzazione del numero di imprese artigiane, ma anche il peso che queste hanno nel nostro territorio: oltre un’impresa bellunese su tre (il 33,8%) è un’impresa artigiana, un valore decisamente superiore alla situazione veneta e nazionale (dove la quota di imprese artigiane sul totale si ferma rispettivamente al 28,5% e al 24,6%)».

Non manca infine una riflessione sui dati negativi emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto: «Certamente la flessione dell’export rispetto al 2023 deve farci riflettere, anche se i dati regionali ci indicano una crescita del 25% rispetto al 2019 e una crescita rispetto al 2023 di settori vicini al nostro territorio come l’occhialeria e l’agroalimentare. Preoccupa poi la stretta sul credito, che in Veneto tocca soprattutto le piccole imprese e che in due anni ha visto calare il “giro” regionale di dieci miliardi di euro; su questo sarà necessario mantenere i riflettori puntati sui tassi di interesse, esplosi dopo il 2020. Su questo, dobbiamo rilevare che i recenti tagli attuati dalla BCE non si sono rilevati sufficienti».

«L’attenzione di Appia CNA Belluno su questi temi è e resta alta, – conclude Sacchet – sia a livello territoriale, dove anche con soggetti pubblici abbiamo dato e stiamo dando vita a iniziative di valorizzazione del nostro territorio, sia a livello regionale, nazionale ed europeo, sollecitando i nostri organismi superiori su tutti quei temi che non possono essere definiti al semplice livello locale».

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