Crisi Safilo, Padrin: «No alla chiusura dello stabilimento»

Lo stabilimento Safilo (L. Mares)

LONGARONE – «La Safilo non può e non deve chiudere. L’unione tra enti locali, sindaci, diocesi, sindacati e lavoratori sarà lo strumento con cui porteremo avanti una battaglia congiunta per salvare lo stabilimento di Longarone, che non è solo rappresentativo di un marchio storico, ma anche la “casa” di professionalità e know-how da tutelare». Lo ha detto il sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, questa mattina, durante la grande manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil.

Uno sciopero di otto ore e un lungo corteo che ha bloccato anche la statale di Alemagna. Alla manifestazione, appoggiata dal Comitato di sorveglianza socio-istituzionale – nato una settimana fa per monitorare da vicino la crisi Safilo insieme all’Unità di crisi della Regione Veneto guidata dall’assessore regionale Elena Donazzan – hanno partecipato diversi sindaci bellunesi e anche il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni. Hanno fatto pervenire il loro messaggio di solidarietà anche i consiglieri regionali territoriali Silvia Cestaro e Giovanni Puppato.

«Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per ribadire un “no” compatto alla chiusura dello stabilimento. Safilo ha una responsabilità sociale su questo territorio e deve rendersene conto» ha detto il presidente Padrin. «La mobilitazione di oggi è un segnale chiaro di cosa il territorio chiede a Safilo, dopo aver contribuito ai successi dell’azienda. Il senatore Luca De Carlo pur non essendo presente fisicamente oggi ci ha assicurato la totale disponibilità ad affrontare la questione sui tavoli governativi. Grazie a lui e all’assessore Donazzan per l’impegno che stanno mettendo in una crisi che riguarda non solo Longarone».

«Porterò una rappresentanza di lavoratori a Sanremo, dove come Provincia, con la collaborazione della Regione Veneto e della Camera di Commercio Belluno-Treviso, abbiamo uno spazio all’interno del Palafiori, per promuovere le nostre eccellenze. Perché le nostre eccellenze sono anche i lavoratori ed è giusto che facciano sentire la loro voce» ha concluso il presidente Padrin.

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