
BELLUNO – Ammontano a 12 mila le giornate uomo impiegate dalla Protezione civile del Comune di Belluno alla struttura di Mussoi, dove sono accolti i civili ucraini fuggiti dal conflitto, a partire da fine febbraio ad oggi. Accanto a loro operano i volontari del gruppo Protezione civile dell’Ana, quelli della Croce Rossa, del RadioClub Belluno Nore, i vigili del fuoco e i poliziotti in congedo. Nella serata di mercoledì un incontro, voluto dall’assessore alla Protezione civile e al quale ha preso parte anche il sindaco di Belluno, ha messo tutte le associazioni attorno ad un tavolo per un primo confronto sull’attività svolta fin qui e per programmare quella dei prossimi mesi «L’obiettivo è fare rete – spiega l’assessore alla Protezione civile –, per questo quella di mercoledì è stata la prima riunione di tutti i gruppi insieme a cui ne seguiranno altre, a cadenza regolare. È fondamentale il dialogo tra tutti, la condivisione delle difficoltà e il cercare insieme soluzioni, ci tengo molto al lavoro in squadra, insieme, anche per trovarci pronti ad affrontare nuove emergenze. Io, da parte mia, farò da collante e da trade d’union tra tutti».
Sono tante le attività portate avanti in questi mesi dalle associazioni operative a Mussoi, presenti nella struttura sette giorni su sette h24. I volontari si occupano di portare i pasti preparati da Sersa, di accogliere i nuovi arrivati, di fare da guida nella gestione delle pratiche legate al permesso di soggiorno, alla tessera sanitaria provvisoria e alla scelta del medico di base. All’interno del complesso è stata anche creata un’aula didattica, dove un’insegnante volontaria impartisce lezioni di italiano e grazie ad un accordo con la società del Salce, con la ripresa degli allenamenti sette bambini ucraini potranno svolgere attività sportiva con gli atleti delle squadre.
«Quello delle associazioni a favore dei civili ucraini è un servizio prezioso – commenta il primo cittadino -, svolto a favore di uomini, donne e bambini che in molti casi hanno perso tutto. Oggi accogliamo nell’ex caserma una settantina di persone, per lo più donne e bambini. Gli uomini, che dormono nelle strutture dei frati di Mussoi, sono 13. L’emergenza non è finita, siamo consapevoli che gli arrivi continueranno, per questo coordinare le forze in campo e dialogare per lavorare insieme ad un obiettivo comune è fondamentale. I civili ucraini in questo momento sono una risorsa, ci auguriamo che qualche famiglia si fermi a vivere sul territorio e qui trovi lavoro».
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