BORGO VALBELLUNA – «Il salvataggio di Wanbao-Acc si è trasformato nel tempo in una vera e propria corsa ad ostacoli e ad ogni ostacolo bisogna dimostrare di avere la forza e lo slancio necessario per superarlo».
Così Mauro Zuglian della Fim Cisl Belluno Treviso sul nuovo stop alle trattative di cessione dell’Acc al gruppo Lu.Ve/Sest di Limana.
«Pur essendoci tutti i presupposti perché il confronto tra il sindacato e Sest si concluda con un accordo condiviso per il cambio di proprietà, qualcosa di esterno ne complica la conclusione – afferma Zuglian -. L’accordo per acquisire piena validità e fattibilità dev’essere incorniciato all’interno di un quadro normativo certo e definitivo. Prima fra tutte la durata della cassa integrazione: deve necessariamente essere adeguata per garantire il graduale assorbimento dei lavoratori Acc in Sest in base allo stato di avanzamento calcolato per l’installazione di tutte le nuove linee produttive previste dall’accordo. Per le parti sociali e la Regione la cassa integrazione serve per mettere a terra le misure di politiche attive garantendo una minima sicurezza economica».
«Il piano industriale presentato da Sest nell’offerta vincolante – prosegue il sindacalista della Fim – fa ovviamente riferimento agli incentivi economici per l’assunzione dei dipendenti Acc. La somma di tali incentivi fa parte integrante del prospetto finanziario a corredo degli impegni industriali presi dalla stessa azienda. Una modifica di tale quota significherebbe un cambiamento del progetto iniziale con relative ripercussioni sul piano occupazionale».
La soluzione Sest per Zuglian nasce dall’esigenza di «rispondere tempestivamente ad esigenze produttive manifestate in questo particolare contesto economico. Far passare del tempo inutilmente potrebbe mutare questo contesto e lo stabilimento di Mel potrebbe non essere più considerato il miglior candidato alla soluzione di tale problema».
«Gli incentivi e la cassa integrazione s’intrecciano da una parte con una normativa sulle crisi aziendali che sta per essere modificata, dall’altra con le disposizioni per interventi a salvaguardia dell’occupazione che devono essere maggiormente calibrati per essere efficaci: da qui la proposta dell’emendamento che va a individuare il caso specifico delle aziende sottoposte ad amministrazione straordinaria. Invitiamo tutti i rappresentanti politici del territorio che siedono alla Camera e al Senato di attivarsi per monitorare e accelerare l’attività legislativa su questi temi».
«L’accordo – conclude Zuglian – prevede pertanto una chiara indicazione sulla cassa integrazione, un chiaro pronunciamento sugli incentivi, una stretta sui tempi di attuazione. Le risposte devono necessariamente arrivare dal Ministero dello Sviluppo economico, che nell’ultima convocazione si era impegnato a riconvocare le parti nel giro di pochi giorni. Attualmente stiamo ancora in attesa, nessuna indicazione è pervenuta, crescono invece l’ansia e la disperazione dei lavoratori che da lungo tempo stanno aspettando una soluzione che hanno costruito, voluto e cercato. Accanto a loro la Fim chiede a gran voce l’intervento pronto e responsabile dello Stato che è l’unico, in questo momento, che può determinare la buona riuscita dell’intera operazione».
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