BELLUNO – «In questo momento servono azioni sinergiche per affrontare la crisi che deriva dalla guerra in Ucraina. Per questo chiediamo un aiuto per le imprese di trasporto, che rischiano di dover tenere fermi i mezzi a causa dell’aumento del costo del gasolio. Le conseguenze si ripercuoterebbero su tutte le imprese e sulle famiglie, e non possiamo permettercelo».
È quanto scrive la presidente di Confartigianato Belluno Claudia Scarzanella in una lettera indirizzata a tutti i parlamentari bellunesi, in un’azione di moral suasion sull’escalation dei prezzi, in particolare per quanto riguarda i combustibili. Una situazione che con lo scoppio della guerra in Ucraina è diventata insostenibile, ma era già presente da diversi mesi. Per cui Confartigianato a livello nazionale ha proposto una serie di emendamenti al Dl Energia, con la richiesta di inserirli nell’iter di conversione del decreto.
«Nel corso dell’ultimo anno è stato registrato un aumento del costo dei prodotti energetici e, in particolare, del gasolio per autotrazione con un impatto in termini di maggiori costi sulle imprese che esercitano attività di autotrasporto» si legge nelle premesse della lettera inviata ai parlamentari.
«Per le imprese di autotrasporto, il gasolio per autotrazione incide per oltre il 30% dei costi di gestione. L’incremento del prezzo alla pompa di circa il 30% rispetto alla media registrata nell’anno 2020 rappresenta pertanto un incremento dei costi totali di gestione di quasi il 10%. Una condizione che erode di quasi il 50% il margine che le piccole e medie imprese di autotrasporto riescono a conseguire nella loro attività. Sono quindi più che comprensibili le enormi difficoltà che il settore sta sopportando con gravi ripercussioni anche sulla qualità del lavoro, di vita e di sicurezza e sui rischi potenziali che potrebbero scaricarsi sull’approvvigionamento delle catene logistiche e sul blocco delle consegne dei beni alimentari e di prima necessità».
L’emendamento proposto – e consegnato anche ai parlamentari bellunesi – è volto a istituire un credito d’imposta del 30% sul prezzo industriale del gasolio. Tale credito d’imposta è destinato a calmierare e a compensare in parte i maggiori costi sostenuti in primis dalle imprese di trasporto professionale di merci e di persone.
«Rispetto ai livelli registrati nella settimana del 21 febbraio 2022 (euro 794,37/1000 litri), la misura proposta consentirebbe di recuperare circa 24 centesimi sul prezzo industriale del gasolio riportandolo ai livelli dell’anno 2019 (euro 595,32/1000 litri), ante pandemia» specifica la lettera ai parlamentari. «Inoltre, intervenendo direttamente sul prezzo industriale del gasolio, sarebbe salvaguardato il contenuto della direttiva 2003/1996/CE sul rimborso dell’accisa».
«Ci auguriamo che la proposta delle nostre imprese venga accolta, tanto più dopo le dichiarazioni del ministro Cingolani che ha parlato di “truffa colossale” nell’incredibile escalation dei prezzi del gasolio dell’ultima settimana – conclude la presidente Scarzanella -. La situazione di difficoltà è tale per cui si rischiano nuove tensioni sociali, che tutti vogliamo scongiurare. Superiamo insieme questo momento di crisi, per ripartire con più forza».
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