BELLUNO – Il tampone gratuito al rientro dalla quarantena per gli studenti è la goccia che ha fatto traboccare il vaso: le farmacie bellunesi non ce la fanno più. Turni massacranti, aperture di prima mattina, lunghe code fuori dai locali a tutte le ore e una pressione di lavoro ingestibile: titolari e dipendenti delle 48 farmacie che in provincia forniscono il servizio dei tamponi sono allo stremo. L’entrata in vigore della norma secondo la quale gli studenti che terminano la quarantena possono avere il tampone gratis prima del rientro in classe rischia di far saltare il sistema. «Non vogliamo tirarci indietro – dichiara il presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa – ma la situazione sta diventando di giorno in giorno sempre più pesante, non so ancora per quanto reggeremo. Le nostre strutture non sono predisposte per questa mole di lavoro, stiamo facendo il possibile per aiutare le famiglie e i ragazzi ma di fatto il numero di persone che quotidianamente si presenta per i tamponi è troppo grande per le nostre strutture di paese». Ci sono farmacie che oggi si trovano a servire ampi territori, con popolazione che va oltre il comune in cui hanno sede perché i colleghi vicini non effettuano il servizio.
Sono 75 le farmacie in provincia, il gruppo di quelle a cui rivolgersi per i tamponi ne conta 48 perché nelle ultime settimane più di qualcuno, allo stremo, ha fatto un passo indietro. Oggi si chiede una maggior organizzazione e norme più precise anche per quanto riguarda, per esempio, i documenti da presentare per ottenere il test gratuito. «Ci sono colleghi che aprono alle 7 e hanno già la fila fuori tra studenti e no vax – prosegue Grubissa – e non mancano momenti di tensione causati dalle attese. Le famiglie si presentano e mostrano grande urgenza perché devono mandare il figlio a scuola, ma per noi le urgenze sono i cittadini che si presentano al tampone con sintomi evidenti e che stanno male, dobbiamo dare la priorità a loro. Questo per dire che anche gestire il lavoro con la gente in queste settimane non è facile. Per non parlare della burocrazia, per i tamponi gratuiti serve la documentazione dedicata ma non sempre i cittadini lo sanno. Abbiamo problemi di personale, qualcuno di noi ha assunto infermieri solo per i tamponi, qualcun altro segretari per la gestione della parte amministrativa».
«Cosa dire? Il provvedimento ci ha messo in grossa difficoltà, perché di fatto tutto il lavoro è stato scaricato sulle farmacie – conclude il presidente del sindacato – Non vogliamo tirarci indietro, proseguiamo come abbiamo sempre fatto con lo spirito di servizio nei confronti della comunità, ma il nostro dovrebbe essere un ruolo di supporto all’Ulss. L’Ulss da parte sua, però, non riesce a gestire più lavoro di così, siamo tutti in difficoltà»”.
Commenta per primo