BELLUNO – I campionati giovanili si fermano per un fine settimana. Gli unici a scendere in campo saranno gli Juniores nazionali: a questo proposito, domani (sabato 30 ottobre, ore 15.30), la SSD Dolomiti Bellunesi sarà di scena in Trentino, dove affronterà il Levico Terme.
Rimangono a riposo, invece, i sei gruppi legati ad Allievi e Giovanissimi. E allora il momento è ideale per tracciare il punto della situazione con Mauro Cappellaro, responsabile del settore tecnico e agonistico, oltre che dello scouting del vivaio dolomitico: «Non era facile mettere insieme tre realtà, ma dopo mesi di duro lavoro e un’impegnativa selezione, le cose stanno già funzionando abbastanza bene. Siamo in linea con le nostre aspettative». Pure in ambito strettamente competitivo: «Abbiamo prestato una particolare attenzione alle formazioni Élite – prosegue Cappellaro – purtroppo anche a discapito degli Sperimentali. La rosa dei 2005, tanto per citare un esempio, era ridotta ed è stata integrata con i 2006 più pronti. E proprio la selezione dei 2006 ne ha risentito».
Le quattro compagini agonistiche si allenano nello stesso impianto: «E questo è molto importante perché gli allenatori hanno la possibilità di collaborare, confrontarsi fra loro e scambiarsi idee». Cappellaro tiene a rimarcare i reali obiettivi del vivaio: «Vincere i campionati non è prioritario. Vogliamo prima di tutto formare delle persone responsabili e degli elementi che possano essere inseriti gradualmente, come fuoriquota, nella rosa della prima squadra. Ai migliori, poi, daremo sempre l’opportunità di esprimersi in società professionistiche di prima fascia, qualora arrivassero richieste. Ma sottolineo di prima fascia, perché, in caso contrario, è meglio che il ragazzo in questione cresca in casa e abbia attaccamento ai colori sociali». A proposito dei ragazzi, Cappellaro non nasconde il suo stupore: «Sono bravissimi, mi hanno felicemente sorpreso. Ognuno di loro è orgoglioso di far parte del club, si è calato al meglio nella nuova realtà e ha accettato di allenarsi a Pedavena, anche se magari abita in Alpago o in Cadore».
La SSD Dolomiti Bellunesi è sulla strada giusta con la sua “cantera”: «Dopo il progetto di fusione, ci guardano con un occhio di invidia da fuori provincia. Ma teniamo i piedi per terra e procediamo un passo alla volta. Vero, ci stiamo avvicinando ai livelli di realtà a noi vicine geograficamente e che sono considerate un riferimento nell’ambito del calcio giovanile. Tuttavia, il nostro bacino d’utenza è comunque ridotto e allora diventa fondamentale un buon lavoro di scouting per migliorare la qualità delle squadre e, di riflesso, dei giovani atleti».
Molto è stato fatto, ma il lavoro è in itinere. Anzi, è solo all’inizio: «Abbiamo la fortuna di essere in una società che ha strutture e voglia di investire – conclude Cappellaro –. In questo senso, le idee in prospettiva di una crescita sono innumerevoli».