VENEZIA – «Entra nel vivo la variante di Longarone, l’opera viaria che vale 270 milioni di euro destinata a rendere fluido l’accesso all’area dei Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026. Quello che realizzeremo in termini di infrastrutture sarà una vera e propria rivoluzione, sia in prospettiva olimpica sia di rilancio della Conca. Il progetto sportivo è il pretesto per dare il via a qualcosa di eccezionale e di prioritario per l’intero territorio bellunese».
Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, anticipa gli sviluppi di uno dei due interventi di adeguamento che riguardano la Statale 51, la variante Longarone, che agevolerà l’intera viabilità nell’area interessata dai Giochi Olimpici. Il punto di partenza per la valorizzazione dei diversi centri urbani con un’attenzione particolare al tema ambientale.
Dopo un decisivo incontro di coordinamento tenutosi nei giorni scorsi tra i tecnici regionali, di ANAS e i progettisti per valutare le soluzioni dell’importante progetto infrastrutturale, congiuntamente ad alcuni altri interventi ricompresi nella programmazione dell’emergenza VAIA, domani, giovedì 11 febbraio, si terrà un ulteriore tavolo di coordinamento per la scelta del tracciato.
«Chi è stato almeno una volta sulle nostre Dolomiti conosce l’importanza e l’utilità di intervenire su Longarone – sottolinea il Governatore -. Non è possibile pensare ad uno sviluppo strategico del territorio, se non si risolve questo nodo. Confido che domani vengano definite tutte le soluzioni tecniche per questa variante, condivise ovviamente con gli stakeholder, per anticipare a stretto giro tutti i dettagli alla Società che sarà incaricata di progettare e realizzare le opere olimpiche, non appena sarà ufficialmente costituita».
«Mi auguro che nessuno pensi che nel 2020, nonostante la pandemia, si sia perso tempo utile – rimarca Zaia -. A giugno, dopo aver concordato con la Ministra De Micheli l’investimento per le opere olimpiche, per circa 500 milioni di euro, ho scritto una nota al MIT per concedere ad ANAS l’avvio della progettazione degli interventi, nonostante non fosse ancora stato approvato il decreto con le provviste finanziarie. Compresa la mia richiesta il Ministero ha acconsentito, permettendo così ad ANAS di iniziare le operazioni di progettazione per le due principali opere infrastrutturali stradali a Longarone e a Cortina, a valere su altri fondi disponibili».
«Non ci è permesso di sprecare nemmeno un giorno del poco tempo che abbiamo per cercare di arrivare pronti, come stiamo dimostrando con i Mondiali di Cortina, al grande appuntamento delle Olimpiadi – continua il Presidente della Regione Veneto -. Ricordo anche che assieme ai colleghi Presidenti delle Regioni e Province Autonome, Fontana, Fugatti e Kompatscher, sempre ad agosto 2020, abbiamo scritto al Governo anticipando una bozza di statuto della Società Infrastrutture. Senza la sua costituzione è impossibile dare avvio alla progettazione e alla realizzazione di qualsiasi opera legata ai Giochi invernali del 2026».
«Grazie agli approfondimenti e ai rilievi topografici, idrogeologici e geologici forniti dai tecnici sono emerse diverse soluzioni – precisa la Vicepresidente, Elisa De Berti -. In particolare per Longarone è prevista una variante alla SS 51 ‘Alemagna’, per eliminare il traffico all’interno del centro urbano che inevitabilmente forma delle strozzature alla viabilità rendendo veramente difficile, oltre che pericoloso, raggiungere Cortina nei giorni di maggior afflusso. Intervento che darà una risposta alle esigenze dei residenti e sia a quelle del turismo, anche in previsione dell’apertura di nuovi impianti di risalita».
«Altra prerogativa importante della nuova soluzione viabilistica dovrà essere, oltre alla salvaguardia del centro abitato, anche la permeabilità della nuova strada rispetto all’importante area produttiva – conclude De Berti -, dove, come è noto, risiedono le sedi di aziende di spicco a livello internazionale. Tutte queste analisi e simulazioni tecniche sono svolte per verificarne, di concerto con il comune di Belluno, l’inserimento di una infrastruttura in un territorio certamente fragile e delicato sotto diversi profili».