Montagne di libri e il volley ricamato sulla pelle: il mondo di Martina Fantinel

BELLUNO – Ha iniziato a correre lungo i sentieri del volley da quando frequentava la seconda media. E, come “Forrest Gump” – non a caso, il protagonista del suo film preferito – deve ancora fermarsi: «La pallavolo è ricamata sulla mia pelle. Ogni anno intreccio una sfida con me stessa, per capire se riuscirò a terminare la stagione senza aver mai saltato neppure un allenamento».

È un’insegnante di educazione fisica, a ritmo di rock – Guns n’ Roses e Deep Purple non possono mancare nella playlist – e la sua quotidianità è scandita dalla lettura: «Fagocito libri. Quello che tengo sopra il comodino? Dovrei citarne troppi». Benvenuti nel magico mondo di Martina Fantinel: colonna portante della Pallavolo Belluno Cortina Express.

Una colonna che, a dieci giorni dal debutto nel campionato femminile di B2, traccia il punto della situazione: «Io e Ilaria Garzaro siamo le più “vecchie”, all’interno di un gruppo giovanissimo, ma ricco di ragazze con la testa sulle spalle. Molte erano già nell’ingranaggio dello scorsa annata e hanno capito come funziona la macchina. Si stanno impegnando al massimo, sono sempre presenti a ogni allenamento. E non mollano mai. Tanto di cappello».

Sabato 23 (ore 18), il sestetto di Dario Pavei farà il suo esordio al De Mas contro il Conegliano Volley. Ma è difficile, in piena pandemia, fissare degli obiettivi: «Dico solo che il lavoro paga sempre. L’importante è avere pazienza e continuare a battere il ferro. Poi i risultati arrivano di conseguenza».

Il periodo, inutile girarci attorno, è complicatissimo. Anche e soprattutto per chi pratica sport a livello agonistico: «Mi manca lo spogliatoio, – conclude Fantinel – la possibilità di stare assieme alle compagne in un luogo solo “nostro”, senza trucchi e senza freni, in cui dire “cavolate” o confrontarsi. A ogni modo, il clima in palestra è sereno. E la società merita il nostro più sincero ringraziamento: tutti, dal primo all’ultimo, hanno sempre cercato di farci respirare la normalità. Ed è importante perché, per quanto mi riguarda, gli allenamenti rappresentano una valvola di sfogo».

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