VENEZIA – «Può la Regione approvare una legge efficace per il contrasto all’azzardo? Pensavamo di sì, speravamo di sì. Ma dopo mesi di lavoro positivo della V commissione, il cambio di rotta della maggioranza ci rammarica enormemente: impedisce la tutela delle persone più vulnerabili, rinunciando a limitare le distanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili.»
Questo è il primo commento a caldo dei consiglieri del Coordinamento Veneto 2020, Cristina Guarda (CpV) Piero Ruzzante (LeU) e Patrizia Bartelle (IIC).
«Le slot e le sale da gioco vicino a scuole, chiese, oratori, case di riposo, ospedali, ci rimarranno e continueranno ad essere un enorme rischio di invito all’azzardo.»
I consiglieri ricordano che «L’esperienza del Consiglio Regionale piemontese ci ha testimoniato che agire sugli esercizi esistenti sia possibile, nel rispetto delle priorità sociali espresse dall’articolo 41 della costituzione. I dati lo confermano anche nei fatti, con un’incredibile diminuzione del 10% delle giocate. Una chiara testimonianza di come una legge regionale possa essere efficace specialmente se si fanno scelte politiche coraggiose e determinate per la tutela di famiglie e cittadini.»
«Non possiamo accettare quindi che il Veneto, Regione con un altissimo rischio di azzardopatie, si pieghi di fronte alle lobby dell’azzardo come avvenuto in questa votazione.»
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