MEL – Si terrà sabato 16 Febbraio 2019 alle ore 20.30 al Palazzo delle Contesse di Mel l’appuntamento conclusivo della rassegna “Letture d’Autunno” organizzata dal Comune di Mel, inizialmente previsto per sabato 24 novembre in seguito rinviato.
In programma “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?” a cura di Associazione “Verba Volant” e Compagnia di teatri sonori “Impronte sul vento” .
La formazione di questo spettacolo è un trio composto da Demetrio Gasperi (clarinetto), Enrico Gasperi (voce recitante) e Marco Valentino (chitarra).
I testi sono (in ordine alfabetico) di Antonio Andrich (1; inedito); Guido Cavalcanti (1; da Rime, B.U.R.); Enrico Gasperi (21 di cui 7 inediti); Ivano Porpora (1; da Parole d’amore che moriranno quando morirai, miraggi edizioni) e Eugenio Montale (2; da Satura, Mondadori).
Le musiche sono di Marco Valentino, con l’apporto di qualche intuizione del giovane clarinettista Demetrio.
Lo spettacolo è articolato in quattro parti (le varie fasi):
- la prima ha titolo “Giovinezza” e racconta le prime esperienze, ma anche le prime delusioni e le prime riflessioni. E si apre con uno dei capolavori della letteratura medievale “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira” di Guido Cavalcanti. Seguono poi cinque testi di Gasperi;
- la seconda ha titolo “Storie adulte?” (di nuovo un punto interrogativo, ovviamente perché ognuno ha la propria di idea di cosa sia un amore “adulto”) la sezione si apre con “Re bemolle”, l’inedito di Antonio Andrich e prosegue con cinque poesie di Gasperi, tra cui due inediti;
- la terza parte ha titolo “Quando finisce un amore”, che si apre con la poesia “Correrò il pericolo” di Ivano Porpora e prosegue con cinque testi di Gasperi, tra i quali troviamo un inedito (“Scorderemo il nostro stare insieme”), che con l’ironia spezza l’atmosfera più o meno tragica della sezione;
- ultima sezione, introdotta da due brevissime poesie di Montale, ha titolo “L’amore non si crea né si distrugge, tutt’al più si trasforma!” E’ un bluff, la cifra dominante diventa l’ironia e, ovviamente, l’autoironia delle sei poesie di Gasperi ben quattro sono inediti.