BELLUNO – Per scongiurare rischi elevati per le squadre su terreni particolarmente impervi, in supporto alla ricerca delle persone disperse, al fine di effettuare ricognizioni aeree per un più puntuale successivo intervento, i droni possono diventare un fondamentale alleato nelle operazioni in montagna.
Da queste considerazioni è nato il “progetto droni” che, grazie al fondamentale contributo di Dolomiti Emergency Onlus, ha permesso al Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi di provvedere alla formazione di 10 piloti autorizzati al volo e all’acquisto di 5 apparecchi.
“Una delle finalità dell’associazione è la prevenzione in montagna – sottolinea la presidente di Dolomiti Emergency Laura Menegus – anche per chi va a soccorrere. Abbiamo subito sposato questo progetto importante. Il risultato, ben visibile ai nostri 14mila associati, di cosa concretamente facciamo, cioè finalizzare gli utili per gli enti con cui collaboriamo: Ulss, Volontari ambulanze, Suem, Soccorso alpino”.
“Una dotazione importantissima e di rilevanza strategica, che ci permetterà ad esempio di valutare il rischio degli scenari operativi prima di inviare una squadra – le fa eco il delegato del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi Alex Barattin – verranno utilizzati nelle ricerche per la visualizzazione dall’alto di vaste aree, come in ricognizione sulle pareti verticali, vie alpinistiche, ferrate, per capire il terreno su cui poi si dovranno muovere le squadre specializzate.
Al momento sono state individuate 5 macro aree di pertinenza delle 17 Stazioni bellunesi e delle 2 trevigiane, con 5 droni e 10 piloti che vi si possano alternare”.Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di 50.743 euro.