FELTRE – E’ salato, anzi salatissimo il conto che si prospetta al Comune di Feltre per i danni causati dalla violentissima ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il territorio comunale da fine ottobre. Sono ben 638 le segnalazioni arrivate in questi giorni dai privati cittadini, per un totale di danni dichiarati che si aggira attorno ai 10 milioni di euro. Di questi, la maggior parte (circa 8 milioni) riguarda i beni immobili residenziali e quindi destinati ad abitazione.
A questa cifra vanno aggiunti altri due milioni di danni registrati dalle attività economiche, ma senza tenere conto delle aziende agricole, che erano invitate ad effettuare le proprie segnalazioni direttamente ad Avepa.
Lievita anche il conto ai danni dei beni di proprietà del Comune: dalla prima stima di una decina di giorni fa (che si aggirava poco sotto i 5 milioni) si è arrivati infatti ad un computo totale di 6,8 milioni.
Il totale dei danni segnalati nella ricognizione conclusasi in queste ore è dunque pari a quasi 19 milioni di euro e si tratta, con tutta evidenza, di una cifra ancora non definitiva.
“Sapevamo bene sin dal primo momento che il territorio del nostro comune era stato colpito pesantemente dalla furia del maltempo, ma non immaginavamo di arrivare a ragionare di cifre prossime, se non superiori, ai 20 milioni di euro, commenta l’assessore alla Gestione del Territorio Adis Zatta. L’immane lavoro messo subito in campo dalla macchina comunale, dalle ditte esterne, dai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile, dall’Esercito e dai volontari tutti, oltre che dai singoli cittadini, fa apparire oggi la nostra città come non ce la saremmo nemmeno immaginata 20 giorni fa, ma ciò non toglie che i danni ci siano e siano pesantissimi. Approfitto ancora una volta per ringraziare tutti quanti ci hanno dato e ci stanno dando una mano per cercare di ripristinare una situazione quanto più vicina possibile alla normalità: quella feltrina e bellunese si è dimostrata ancora una volta una comunità straordinaria, che si rimbocca le maniche e senza tanti clamori fa propria la politica del fare”, conclude Zatta.