CORTINA D’AMPEZZO – Alle 13.30 circa l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è intervenuto in zona Ciadin del Laudò, sul sentiero che porta a Forcella Marcoira, sul Sorapiss, dove un escursionista era scivolato sul ghiaccio fermandosi 150 metri più sotto. F.L., 30 anni, di Rovigo, stava salendo con due amici verso la forcella per poi proseguire verso il Rifugio Vandelli. Quando però hanno trovato neve, i tre hanno deciso di tornare indietro non essendo attrezzati in maniera adeguata, ma uno di loro, che si trovava retrocesso rispetto agli amici, ha perso l’equilibrio ed è scivolato. Sbarcati con il verricello, medico, infermiere e tecnico del Soccorso alpino hanno prestato le prime cure al ragazzo, che aveva riportato un probabile politrauma, per poi imbarellarlo, caricarlo a bordo e trasportarlo all’ospedale di Belluno. Anche i due amici, sotto shock per quanto accaduto e bloccati dalla paura, sono stati recuperati con un verricello dall’eliambulanza e accompagnati al Passo Tre Croci, dove una squadra del Sagf era pronta a intervenire.
Scivola sul ghiaccio nei Ciadin del Laudò
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Oltre ai tre ragazzi soccorsi, sul posto c’erano altri escursionisti in palese difficoltà, poiché sprovvisti di calzature appropriate, che sono stati invitate a ritornare sui propri passi per evitare di mettersi in pericolo. Suem e Soccorso alpino sottolineano la necessità di dotarsi di abbigliamento, calzature e attrezzatura adeguati ai luoghi che si intendono frequentare. In quota la presenza di neve e ghiaccio richiede inoltre capacità di movimento ed esperienza. È sempre consigliabile informarsi preventivamente sulle condizioni dei percorsi oltre che su quelle meteo. Di fronte alle prime avvisaglie di difficoltà, non esitare infine a tornare indietro.
Secondo il mio modo di vedere è giunto il momento che lo Stato di concerto con le Regioni approvi una legge che preveda sanzioni amministrative per coloro che frequentano la montagna soprattutto per attività di svago o divertimento o tempo libero, se sprovvisti di un minimo di equipaggiamento al fine di garantirgli un minimo di sicurezza in caso di: camminamento su sentieri o nei boschi, cercatori di funghi o di altre specie arboree, percorsi attrezzati, percorsi ciclistici, gite di gruppi e tanto altro di simile. Non è possibile che il soccorso alpino intervenga spesse volte per recuperare persone che non sono attrezzate soprattutto nei periodi autunnali ed invernali dove il freddo, le intemperie, il maltempo puo’ compromettere la vita delle persone. Ci vuole cosi poco avere in dotazione uno zainetto con all’interno: coperta termica, lampada con batterie di riserva, uno spray naturale per difendersi dagli insetti o zecche, maglione, impermeabile, accendino, un sacco grande piegato da immondizie, un kit pronto soccorso, una bussola, un rotolo di nastro adesivo nel caso si rompa la suola dello scarpone ed un paio di lacci di riserva. Io quando vado nei boschi ho sempre appresso come minimo queste poche cose. Ma ci vuole uno scienziato per dotarsi di cosi poche cose? La montagna è piena di pericoli per se stessi provocati da chi la frequenta perchè la prende sottogamba. E’ vero che a volte puo’ capitare l’infortunio ma proprio per questo è bene vigilare con attenzione.