BELLUNO – È arrivata nella tarda serata di martedì la mediazione che di fatto salva i fondi per il Bando Periferie: niente soluzione nel Milleproroghe, ma si attende un decreto apposta per il recupero di 800 milioni di euro per il finanziamento del progetto.
«Sono soddisfatto per l’esito dell’incontro, ottenuto grazie al grande impegno di noi sindaci e di ANCI, un risultato ottenuto grazie all’impegno trasversale dei primi cittadini di tutto il territorio nazionale. – commenta il Sindaco, Jacopo Massaro – Certo è che è sconfortante e scoraggiante quanto abbiamo vissuto come comuni nell’ultimo mese, tra parlamentari impreparati, spiragli di dialogo seguiti da chiusure decise e un compromesso all’ultimo minuto».
Da parte del primo cittadino c’è comunque ancora grande cautela: «Non conosciamo né il contenuto né i tempi di questo decreto. – sottolinea Massaro – Si è parlato di 7-10 giorni, e speriamo possa essere così; bisogna però fare chiarezza sullo “spalmamento” dei fondi in tre anni per i comuni che ne avranno necessità. Che significa? Si finanzieranno tutti i progetti esecutivi, ci sarà una scala di priorità o che altro? Non possiamo cantare vittoria fino a quando non avremo il decreto in mano, nero su bianco».
Se venisse confermata l’intenzione di finanziare fin da subito i progetti già esecutivi, per il Comune di Belluno sarebbe un successo: «Nella seduta di questo pomeriggio approveremo gli ultimi due progetti esecutivi mancanti, quello relativo all’ex chiesa dei Gesuiti e quello della Mediateca delle Dolomiti a Palazzo Crepadona. – annuncia Massaro – I progetti saranno subito inviati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche questa volta con alcuni giorni di anticipo rispetto alla scadenza dei termini».
«Ora non ci resta che attendere con ansia questo decreto che certifica lo “scongelamento” dei fondi. – conclude Massaro – Visto quanto accaduto nelle ultime settimane, chiediamo ai nostri parlamentari di vigilare affinché il documento rispetti le reali necessità dei comuni, da quelle economico-finanziarie alle tempistiche. L’Italia e gli italiani non possono più correre rischi o perdere tempo».