
FELTRE – Primavera tempo di allergie. Mentre l’allergologia dell’Ulss 1 Dolomiti si è rinforzata con un nuovo specialista a disposizione degli assistiti, l’allergologo e direttore del dipartimento di area medica per intensità di cura dell’Ospedale di Feltre, Livio Simioni, dà alcuni consigli per affrontare al meglio questa delicata stagione per chi soffre di allergie.
«Ogni anno, con l’inizio della primavera, immancabilmente esplode il problema delle allergie. Il bel tempo, infatti, si accompagna ad un aumento delle concentrazioni di pollini e di altre sostanze ambientali verso cui si può sviluppare allergia. Tali sostanze sono chiamate allergeni e sono responsabili di malattie respiratorie in una percentuale rilevante della popolazione. Si stima infatti che in Italia circa il 20-22% della popolazione adulta e il 20-30% della popolazione pediatrica presenti allergie respiratorie che si possono manifestare dal punto di vista clinico con congiuntivite, rinite ed asma. Sebbene le allergie respiratorie in alcuni casi possano sembrare patologie banali e lievi, esse non devono mai essere sottovalutate. La rinite, ad esempio, che quasi sempre si accompagna a congiuntivite, è un fattore di rischio per lo sviluppo di asma e se non adeguatamente trattata può condizionare la produttività scolastica e lavorativa. Talvolta si può associare ad un asma non chiaramente evidente. La prima cosa da fare quando è presente una manifestazione di possibile natura allergica è curare i sintomi. Gli antistaminici sono il primo presidio terapeutico cui si ricorre nella rinocongiuntivite. È tuttavia importante che il paziente, assumendo l’antistaminico, stia bene e non solo “meglio”. Quando gli antistaminici non sono in grado di controllare completamente i sintomi, si dovrebbe ricorrere ai cortisonici locali, farmaci che non hanno praticamente effetti collaterali sistemici. È anche importante ricordare che gli antistaminici non sono i farmaci per l’asma. La terapia dell’asma richiede l’uso di spray o polveri a base di broncodilatatori e/o cortisonici.
È poi importante effettuare un’accurata diagnosi allergologica. Questa può anche essere dilazionata di alcuni mesi, ma mai di anni. Ritardare la diagnosi, infatti, può comportare il rischio di sensibilizzarsi a più pollini e di sviluppare forme allergiche più gravi e resistenti alla terapia. Una diagnosi precoce può consentire sia di attuare delle profilassi ambientali al fine di ridurre l’esposizione all’allergene, sia di attuare un’immunoterapia specifica, il cosiddetto “vaccino”. L’immunoterapia specifica ha lo scopo di modificare la risposta immunitaria allergica, riducendo l’entità dei sintomi e per tolleranza nei confronti della sostanza verso cui si è allergici. Va ricordato che l’immunoterapia è efficace solo se effettuata nei confronti di uno o al massimo due allergeni. La diagnostica deve quindi essere fatta il prima possibile, ma tenendo presente che potrà portare informazioni utili soprattutto per le stagioni successive. Diviene quindi importante essere valutati da uno specialista qualificato che sia in grado di effettuare una diagnostica appropriata. La diagnosi più appropriata e più immediata è quella che può essere fatta dallo specialista utilizzando il test cutaneo, lo strumento diagnostico più semplice e meno costoso. Il risveglio della primavera e la comparsa dei pollini si associano anche al ritorno degli insetti. Tra questi rivestono particolare importanza allergologica gli imenotteri aculeati, ovvero api, vespe e calabroni. Sebbene pochi siano i soggetti allergici al veleno di questi insetti, quando è presente una vera allergia, il rischio per il paziente è elevato. L’allergia al veleno di api, vespe e calabroni, infatti, è una delle principali cause di morte per reazioni allergiche gravi. Una persona che viene punta ed ha delle reazioni che si estendono oltre il sito di iniezione del veleno dovrebbe essere inviata ad un centro allergologico per verificare la natura della reazione e per ricercare eventuali condizioni che predispongono a reazioni particolarmente gravi, dette anafilattiche. Tra quest’ultime la più importante è la mastocitosi, una malattia nella quale le cellule responsabili della risposta allergica, i mastociti, sono quantitativamente aumentate. Il paziente, oltre ad essere valutato per la presenza di una mastocitosi ed eseguire uno screening allergologico per il veleno di imenotteri deve anche essere istruito sull’eventuale automedicazione in caso di nuove punture. Viene inoltre istruito all’uso dell’adrenalina autoiniettabile, il farmaco salva-vita nei soggetti allergici che presentano reazioni gravi o che sono affetti da mastocitosi. Nei pazienti allergici a rischio di allergie gravi vi è poi l’indicazione ad effettuare l’immunoterapia specifica, l’unica terapia che si è dimostrata in grado di ridurre in modo significativo la mortalità» spiega Livio Simioni.
Nell’ Ulss 1 – Dolomiti, è attiva l’ UOSD di Allergologia, con sede al Santa Maria del Prato di Feltre. l’Unità operativa, una delle tre presenti in Veneto assieme a quelle di Verona e Padova, è pronta per dare piena risposta alle esigenze popolazione della cittadinanza. E’ stata di recente “rinforzata” con l’assunzione dell’allergologo ed immunologo clinico Marco De Carli, che ha maturato la sua esperienza dapprima all’Università degli studi di Firenze e quindi nell’ospedale di Udine.
«L’ arrivo a Feltre del dott. De Carli dimostra, non unico esempio, come le strutture ospedaliere dell’ Ulss 1, in particolare la UOSD di Allergologia, che opera nell’ambito del Dipartimento di Medicina per Intensità di Cura, diretto dal dott. Livio Simioni, abbiano acaratteristiche tali da essere attrattive per professionalità mediche importanti» commenta il direttore sanitario Giovanni Maria Pittoni.
La UOSD di Allergologia, infine, sta definendo, assieme all’ UOC di otorinolaringoiatria, diretta da Giuseppe Pagano, la costruzione di un team per la rinite allergica.
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