Provincia di Belluno, Piccoli: “PD in stato confusionale, si salvi chi può!”

BELLUNO – “La giravolta del Pd provinciale sulle sorti dell’ente Provincia di Belluno è sorprendente. Fino a domenica De Menech e i suoi sostenevano una riforma costituzionale che cancellava le Province, oggi chiedono l’elettività dell’ente Provincia di Belluno, dicendosi pronti a portare avanti una proposta di legge ad hoc”.

A dirlo è Giovanni Piccoli che così commenta le dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd bellunese all’indomani dell’esito del referendum.

“In politica la coerenza è dote rara, ma cambiare radicalmente idea su questioni cruciali in meno di 24 ore è una presa in giro colossale. Fino a domenica in nome del neocentralismo renziano, il Pd bellunese era pronto a svendere il suo territorio, in cambio di una non meglio precisata area vasta, oggi non solo si chiede il mantenimento dell’ente Provincia ma anche il ritorno alla piena elettività, quella stessa elettività cancellata dalla Riforma Delrio del 2014, riforma anch’essa dello stesso Pd. Siamo al corto circuito, si salvi chi può”.

“Questo atteggiamento strumentale mi sorprende però fino a un certo punto: è lo stesso Pd che nelle settimane antecedenti al referendum ha usato come strumento di campagna elettorale il Fondo Odi per i comuni di confine, fondo voluto dal Governo di centrodestra e finanziato dalle Province autonome, le stesse Province autonome che avevano un enorme tornaconto con l’approvazione del sì visto che la riforma sarebbe andato a blindare ulteriormente la loro specialità. Ora”, conclude Piccoli, “il cerchio si chiude e il re è nudo”.

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