Referendum costituzionale, Piccoli: “Hanno vinto i territori”

BELLUNO – “I veneti hanno capito che c’era in ballo molto di più di un semplice riassetto organizzativo dello Stato. C’erano in ballo la sovranità del territorio, le giuste rivendicazioni di autonomia, la necessità di preservare la dignità e virtuosità di certe Regioni che rischiavano di essere equiparate a quelle più sprecone. Ha vinto il territorio, anzi hanno vinto i territori”.

A dirlo, commentando l’esito del referendum costituzionale, è il senatore Giovanni Piccoli.

“Nel Bellunese, in particolare, dove la disaffezione al voto stava diventando cronica più che altrove, il fronte del no è riuscito a portare alle urne tanti cittadini disillusi: me ne sono accorto in questi mesi vedendo sale affollate e, più in generale, una forte voglia di partecipazione. In alcuni comuni – dove si è faticato a fare eleggere il sindaco all’ultima tornata amministrativa – si è ritornati in massa al voto”.

“E’ stata respinta una riforma essenzialmente brutta, pasticciata sotto il profilo istituzionale e politico, che avrebbe consegnato il Paese al caos, confondendo le competenze di Stato e Regioni e dando sempre l’ultima parola al primo. Quanto al Senato, sarebbe diventato un fortino prostrato al centrosinistra e a Renzi con buona pace delle autonomie. Belluno, a sua volta, sarebbe scomparsa dalle cartine geografiche risucchiata non si sa da quale area vasta”.

“Sono felice del no perché questa riforma andava a potenziare ulteriormente le competenze delle Regioni a Statuto speciale, consegnandole a una blindatura eterna che sarebbe stata deleteria per i territori ordinari confinanti, Belluno in primis”, rimarca Piccoli.

“Ora il Pd, anche a livello locale, si prenda le sue responsabilità, facendo innanzitutto un bagno di umiltà, ascoltando cittadini, sindaci e categorie economiche”, prosegue il senatore.

“I cittadini dei nostri territori hanno alzato la testa e lanciato un segnale fortissimo: di voglia di autonomia da un lato, di sfiducia nei confronti del Governo dall’altro. Da qui bisogna ripartire per cucire lo strappo che si è consumato in questi mesi con una gestione scellerata della campagna referendaria da parte di Renzi”.

“Mi sia consentito, in ultima battuta, di ringraziare tutti i cittadini che hanno animato le decine di comitati del no che si sono mobilitati nel Bellunese: sono riusciti nell’intento di dare un contorno democratico a un dibattito che rischiava di essere soffocato dalla propaganda renziana”, conclude Piccoli.

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