
BELLUNO – “Che l’Alto Adige decida per noi, significa che abbiamo un serio problema di autostima, autorevolezza, programmazione, idee”. A dirlo, a poche ore dal voto all’Europarlamento contro il prolungamento dell’A27, è il senatore Giovanni Piccoli.
“Qui non si trattava di dare il via libera a una nuova infrastruttura quanto disegnare lo sviluppo del territorio del futuro, comprendendo tutte le vie percorribili per un rilancio. Si potevano formulare delle proposte alternative, parlare delle migliori tecnologie adottabili, dell’integrazione gomma-rotaia e invece si è optato per un semplice no”.
“La verità è che c’è stata una inutile contrapposizione ideologica alimentata dalla lobby altoatesina e da una inerzia di fondo imputabile a tanti amministratori e politici bellunesi che alla discussione sui problemi ancora preferiscono gli slogan”.
“Io non sono un appassionato di autostrada, ma penso che un territorio come il nostro – in una visione strategica – non possa precludersi nessuna opportunità”.
“Mi sarebbe piaciuto che all’Europarlamento si fosse parlato del gap infrastrutturale della provincia di Belluno, fanalino di coda in Italia, dei suoi problemi idrogeologici, ma anche delle tante potenzialità di questo territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico, di come aiutare le attività commerciali e una manifattura che ancora esiste e resiste. Si è preferito ridurre tutto a un no. E’ un capitolo amaro”.
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