TRICHIANA – Una giornata semplice e intensa, ricca di voci e ricordi. Una giornata lontana da ogni retorica per ripercorrere, a vent’anni dalla morte, la vita e l’opera di Luigi “Gino” Reolon, sindaco di Trichiana negli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche presidente, tra gli anni Settanta e Novanta, della Comunità Montana Bellunese.
Sabato 24 ottobre, Trichiana ha reso omaggio a Reolon, in due momenti. Il primo è stato l’intitolazione della palestra comunale: cerimonia sobria e suggestiva, accompagnata dalle note dell’inno d’Italia e alla presenza dei rappresentanti delle scuole elementari e medie di Trichiana, del sindaco, Fiorenza Da Canal, e delle associazioni della cittadina della Sinistra Piave.
Il secondo momento dell’omaggio a Reolon è stato un convegno, svoltosi alla sala San Felice, dal titolo “Gino Reolon: l’uomo, il maestro, il politico, l’amministratore”. Diversi gli intervenuti: tra i tanti, anche i parlamentari Giovanni Piccoli e Federico D’Incà e il consigliere regionale Franco Gidoni. Soprattutto, sono intervenute molte persone che con Reolon hanno condiviso un’amicizia, un’appartenenza politica, un impegno a favore della collettività.
«Mi piace sottolineare come i diversi interventi siano stati dei ricordi vivi, a volte anche commoventi, di persone che con il maestro Gino hanno compiuto un po’ di strada» spiega Pietro Ranon, uno dei componenti il comitato promotore la giornata del 24 ottobre. «Una persona, Reolon, dagli ideali vivi. Un amministratore appassionato che ha saputo fare sintesi, guardare avanti e investire non solamente in opere materiali, ma anche in formazione e cultura».
Tra gli interventi al convegno ci sono stati quello di Maurizio Busatta, che ha sottolineato, di Reolon, la visione della montagna come una realtà unitaria, al di là dei confini amministrativi; quello di Renzo Zampieri, che ha posto in evidenza l’attività di Reolon a favore dello sviluppo del territorio, inteso anche come antidoto all’emigrazione; quello di Gian Candido De Martin, che ha sottolineato la capacità di Reolon di valorizzare le competenze di ognuno e che ha ricordato come il Progetto Montagna, elaborato dalla regione Veneto su input dell’amministratore trichianese, sia ancora oggi di estrema attualità.
Ricordi vivi sono anche quelli contenuti nel libro che il comitato promotore ha realizzato per l’occasione: “Gino, un Maestro”. Si tratta di una pubblicazione, curata da Lois Bernard, Mario Cesca, Valter Cortina, Dario Dal Magro, Pietro Ranon e Oreste Tormen, che contiene ventidue contributi di amministratori, politici, sacerdoti, imprenditori che con Gino Reolon hanno lavorato e condiviso idee, progetti e opere. Per la richiesta di eventuali copie del volume ci si può rivolgere a Pietro Ranon telefonando al 348.0403357.
GINO REOLON – Breve nota biografica. Nato nel 1924 a Trichiana, diplomato all’istituto magistrale di Belluno, militare durante la seconda guerra mondiale e partigiano, Gino Reolon è stato maestro elementare in diverse scuole del comune di Trichiana, lavorando poi presso il Provveditorato agli studi di Belluno. Iscritto fin da giovanissimo alla Democrazia Cristiana, ha ricoperto la carica di sindaco di Trichiana dal 1956 al 1964, rivestendo dal 1964 al 1990 il ruolo di consigliere e di assessore. Non solo: Reolon è stato anche consigliere provinciale, membro del Consiglio provinciale maestri cattolici, componente del consiglio di amministrazione dell’ospedale civile di Belluno e, per oltre un decennio, tra gli anni 1973 e 1991, presidente della Comunità montana bellunese. Come sindaco di Trichiana, Gino si è dato da fare per realizzare diverse opere: dalle scuole elementari di diverse frazioni alla palestra della scuola media, dalla casa di riposo alla sala San Felice. Ma ha svolto un ruolo determinante anche per l’istituzione di un corso del Centro di formazione professionale e per l’insediamento di diverse aziende come la Ceramica Dolomite, la Costan e la Surfrigo. Come presidente della Comunità montana bellunese, poi, oltre a reperire fondi e dare il via a opere come l’acquedotto consorziale di destra e sinistra Piave o all’impianto di trattamento dei rifiuti di Maserot, è stato l’ispiratore del Progetto Montagna della Regione Veneto, delle leggi regionali sull’agricoltura e la forestazione e del Centro studi per la formazione e l’assistenza agli amministratori locali.
Commenta per primo