Il 30 maggio “Tut al drit”

PEDAVENA – Dopo il successo riscosso, nel territorio e fuori, dal libro Storie di conthe e di gaburi, giunto ormai alla 3^ edizione, Enrico Stalliviere, ultimo rappresentante di una lunga generazione di seggiolai agordini, ritorna alle stampe (per i tipi della DBS di Rasai, Seren del Grappa) con una nuova raccolta di testimonianze, dal titolo Tut al drit. L’opera sarà presentata in anteprima a Pedavena, suo attuale luogo di residenza, alla Sala Guarnieri sabato 30 maggio alle ore 20.30, a conclusione della Rassegna “Luoghi e memorie” del Bellunese. Si tratta ancora una volta di un campionario di storie di vita, tratte dalle proprie esperienze personali, di giovane “gaburo”, apprendista-seggiolaio al seguito del padre, ma anche di ricordi, attinti alle stesse memorie paterne e a quelle del nonno, a lui trasmesse. Storie, queste, che documentano la dura lotta per l’esistenza non solo dei caregheta, ma di tutte le persone che li attorniavano, accomunati dall’esigenza di garantirsi con il proprio lavoro, di artigiano, commerciante o contadino, dignitosi livelli di sopravvivenza. Da qui il titolo, Tut al drit, tratto dal gergo dei seggiolai, che non va inteso tanto come l’affermazione di uno stato di fatto (tutto va bene), ma come un’esortazione al coraggio di vivere (dobbiamo comunque farla andar bene). L’interesse del libro è tutto qui, nel ricostruire un piccolo affresco sociale della sua epoca – 50-60 anni fa – con semplicità e schiettezza, come nei dipinti naïf dei pittori di mano popolare. Risalta così una dimensione umana e collettiva dai caratteri molto ben delineati: un rapporto molto intenso con la natura e gli animali; relazioni umane improntate alla spontaneità, anche se talvolta un po’ rudi; legami famigliari molto forti, in cui la figura del padre manteneva una sua centralità, come esempio etico e di comportamento; una concezione dell’infanzia, che pur rispettando le esigenze ludiche, non rinunciava a trasmettere il senso della responsabilità, anche se questo comportava fatiche e lavoro. L’obiettivo era quello di poter sviluppare fin dalla giovane età una propria autonoma capacità di gestirsi, che contrasta con l’atteggiamento a volte fin troppo protettivo riscontrabile in tante famiglie odierne. È facile qui notare che, pur avendo guadagnato oggigiorno uno stile di vita più comodo e rassicurante (almeno sul piano economico), molte di quelle certezze sono venute meno, nei rapporti interpersonali, nei ruoli sociali e famigliari, ingenerando nuovi dubbi e timori, ansie e insicurezze. A ciò si aggiunga la diffusa sfiducia in questi tempi di crisi per la perdita o la paura di perdere le posizioni socio-economiche acquisite. Ecco pertanto che il motto “tut al drit”, come lo abbiamo inteso, riacquista nuova attualità, come invito e monito a reagire, a non lasciarsi andare al pessimismo, ma tornare a vivere da protagonisti, ognuno nel proprio microcosmo esistenziale.

L’autore del testo, Enrico Stalliviere, ha ottenuto nel 2014 l’importante riconoscimento di “testimone delle tradizioni popolari” dalla Rete Italiana di Cultura popolare, con sede a Torino, per l’importante ruolo svolto nel mantenere vivo un antico mestiere, non solo con le pubblicazioni, ma soprattutto con la gestione di corsi e laboratori (quasi un centinaio) e le esibizioni offerte in Fiere e Mercatini dell’artigianato. Oltre naturalmente al suo intervento, la serata prevede  il commento introduttivo di Francesco Padovani e Francesca Valente, con la lettura di alcuni brani del testo, inframezzati da esecuzioni musicali del Gruppo Diaduit. Organizzazione Comune di Pedavena-Biblioteca Civica. Ingresso libero

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