
AURONZO DI CADORE – Nella mattinata di mercoledi 23 luglio le Stazioni di Soccorso Alpino Guardia di Finanza (S.A.G.F.) di Auronzo di Cadore e di Cortina d’Ampezzo, con il supporto di un elicottero NH 500 della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Bolzano e di un elicottero A 109 della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Venezia, hanno svolto, nel comune di Auronzo di Cadore, un’esercitazione di elisoccorso con recupero di infortunato in luogo impervio, ad una altitudine di 1.800 metri s.l.m., nello splendido scenario del versante sud del Monte Piana, da cui si domina il lago di Misurina.
Alle operazioni, che si sono svolte alla presenza del Comandante Regionale Veneto della Guardia di Finanza, Gen. D. Bruno Buratti, hanno partecipato oltre venti militari, con qualifiche di tecnico di soccorso alpino e di tecnico di elisoccorso, unitamente a cinque piloti di elicottero.
All’esercitazione hanno preso parte anche cinque unità cinofile, con un cane di razza border collie, uno di razza pastore belga malinois e tre pastori tedeschi. Le unità cinofile sono abilitate alla ricerca di persone disperse in superficie ed in valanga; alcune sono anche specializzate nella ricerca in macerie e di cadaveri, a seguito di un apposito corso svolto presso il soccorso alpino austriaco.
L’esercitazione si è svolta in tre distinte fasi.
Nella prima, a seguito della telefonata di attivazione al numero di pubblica utilità gratuito 117, da parte di un parente di un biker del quale non si avevano hanno più notizie da molte ore, si è assistito all’attivazione di una pattuglia S.A.G.F. elitrasportata a bordo di un elicottero NH 500, velivolo particolarmente agile e capace di poter sorvolare in totale sicurezza vaste aree a quote molto basse, per svolgere specifiche ricognizioni aeree. Individuato l’infortunato in un ripido canalino, ma impossibilitato allo sbarco via terra del personale S.A.G.F. a causa dell’impervia orografia del luogo, l’elicottero eseguiva un complesso sbarco in hovering di due militari su un dente roccioso sovrastante il luogo dell’incidente ciclistico.
La seconda fase ha visto la messa in pratica delle tecniche alpinistiche di calata in corda doppia per il raggiungimento dell’infortunato, rinvenuto privo di sensi, su parete di roccia verticale. Valutata rapidamente la criticità delle condizioni mediche del biker, la pattuglia richiedeva l’immediato supporto di ulteriore personale S.A.G.F via terra, con l’utilizzo di dedicati mezzi fuoristrada capaci di superare anche elevate pendenze con terreni sconnessi, il tutto sempre col costante supporto dall’alto del velivolo in continua esecuzione di manovre aeree per scongiurare il pericolo di altri infortunati nella zona.
Nella terza ed ultima fase, la più delicata, le pattuglie congiunte, composte anche da personale femminile, hanno proceduto col recupero, barellamento e successivo trasporto a monte con tecniche alpinistiche di ancoraggio a parete e contrappeso dell’infortunato, il quale è stato poi affidato ad altro mezzo G. di F. col compito di trasportarlo sino all’ambulanza.
Concluse le operazioni, il personale ha fatto rientro al centro di coordinamento mobile per il debriefing, dove sono stati illustrati alle autorità presenti gli equipaggiamenti tecnici in dotazione al personale del S.A.G.F.
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