Questa sera Alberto Vimina, un bellunese nella Lituania del XVII secolo

Immagine archivio biblioteca di Belluno
La Biblioteca a Belluno
La Biblioteca a Belluno

BELLUNO – La Biblioteca civica di Belluno e il Comune di Pieve d‘Alpago (BL) organizzano per venerdì 7 giugno, alle ore 18.00, presso la Sala Eliseo Dal Pont “Bianchi” di Belluno, la presentazione del libro “Lenkijos pilietiniu karu istorija” di Michele Bianchi (Alberto Vimina), che è la traduzione lituana del libro “Historia delle guerre ciuili di Polonia diuisa in cinque libri progressi dell’armi moscouite contro Polacchi… Relatione della Moscouia, e Suetia, e loro gouerni…” a cura di Birute Zindziute-Michelini, con i commenti in lingua lituana approntati da Guido Michelini e Vacys Vaivada.

Pubblicazione edita in Lituania a Klaipeda, dalla Klaipedos universiteto leidykla nel 2012, con il contributo della Biblioteca civica  e del Comune di Pieve d’Alpago, che costituisce la ristampa anastatica dell’edizione di Venezia del tipografo Gio. Pietro Pinelli del 1671. L’originale è conservato presso la Biblioteca civica di Belluno.

Il programma prevede i saluti delle Amministrazioni comunali di Belluno e Pieve d’Alpago (BL) e gli interventi di Guido Michelini, prof. ordinario di Linguistica presso l’Università degli Studi di Parma, e di Birutė Žindžiūtė-Michelini, docente di Lingua lituana presso l’Università degli Studi di Parma. L’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione anche dell’Università e il Centro di Baltistica di Klaipéda (Lituania) e l’Università degli Studi di Parma. L’ingresso è libero e aperto alla partecipazione di tutti.

Con lo stesso programma la presentazione sarà ripetuta il giorno successivo sabato 8 giugno alle ore 18.00 anche presso la Sala “Placido Fabris” di Pieve d’Alpago.

Ma chi è Alberto Vimina e quali i contenuti del suo libro? Il vero nome è Michele Bianchi: nato a Belluno nel 1603 da Francesco Bianchi e Diamante Fiorelli, divenuto sacerdote nel 1638, fu cappellano di Bolzano bellunese fino al 1645. Un fatto tanto grave quanto misterioso lo costrinse a lasciare la terra dove nacque e a trasferirsi a Roma, Napoli e infine in Polonia. Fu allora che la Repubblica Veneta, tramite il nunzio papale a Varsavia Monsignor Torres, assegnò a don Michele Bianchi, ormai noto con lo pseudonimo di Alberto Vimina, l’incarico diplomatico di convincere i Cosacchi in Ucraina a combattere i Turchi. Rientrato a Belluno ricevette nel 1652, per aver assolto l’incarico richiesto, l’arcipretura di Pieve d’Alpago, ma partì presto nuovamente per una nuova missione per la Repubblica a Stoccolma, presso la corte di Cristina di Svezia e successivamente in Russia dove stava iniziando la guerra contro la Polonia.

Tornato nel 1655 in Alpago, don Michele si dedicò nuovamente alla parrocchia. Venne convocato ancora due volte, seppur anziano, a Venezia per partecipare ancora alle trattative con gli ambasciatori russi inviati dallo zar. Morì a Pieve d’Alpago l’11 gennaio 1667, mentre stava ultimando le sue memorie, che furono pubblicate postume a Venezia nel 1671 col titolo “Historia delle guerre civili in Polonia”. L’autore non si limitò a raccontare le vicende delle guerre polacche contro i Cosacchi avvenute tra il 1648 e il 1652, ma allargò le sue osservazioni al complesso scacchiere dell’Europa orientale e del mare del Nord. Dimostrò non solo di conoscere molto bene gli aspetti diplomatici della questione, ma anche di avere attinto alle fonti storiche locali, di conoscere approfonditamente la geografia, la lingua, gli usi, le abitudini, i costumi dei popoli implicati nei fatti presi in considerazione. La sua figura, soprattutto di diplomatico, viene ampiamente rivalutata da questo nuovo libro che traccia un profilo biografico del personaggio, ma soprattutto il ruolo determinante nelle strategie diplomatiche nell’Est europeo dell’epoca.

La scoperta del libro di Vimina è risultata fondamentale per il recupero delle fonti della storia della nuova Repubblica di Lituania, che, attraverso le descrizioni dello scrittore bellunese, ha valorizzato lo spirito di indipendenza, la civiltà e la cultura dei lituani.

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