L’epopea dei minatori e seggiolai di Rivamonte Agordino nel Novecento

Una presentazione nel bellunese (Luca Mares)

BELLUNO – Il Centro Culturale Piero Rossi ospiterà sabato 17 novembre alle ore 18.00 la presentazione del libro di Enrico Giorgis “Il minatore Agordino. L’epopea dei minatori e seggiolai di Rivamonte Agordino nel Novecento”.

Basandosi sulle vivide testimonianze di un informatore, raccolte tra il 1994 e il 1997, questo libro si propone di descrivere e illustrare non solo il lavoro del minatore agordino ma tutto l’insieme di attività che, nel secolo scorso, ne caratterizzavano e rendevano unica la figura: l’emigrazione stagionale da ragazzo, in Francia, dove si apprendono i rudimenti del mestiere dei seggiolai e del loro gergo; la successiva emigrazione temporanea nelle miniere del Belgio, della Tasmania e dell’Australia, dove ci si forma professionalmente come minatore; il rientro in Italia e il lavoro nella miniera di Rivamonte  al quale si affianca la conduzione, con la moglie, delle attività agricole e silvo-pastorali; il saltuario ma non trascurabile lavoro come boscaiolo, che prosegue anche dopo la chiusura della miniera nel 1962.

Queste esperienze, prese nel loro insieme, definiscono un sistema socio-economico complesso che, imperniandosi sul lavoro estrattivo, non può però prescindere da tutte quelle attività e tradizioni, prese in esame nel libro, come quelle del boscaiolo, seggiolaio, contadino, allevatore, che hanno caratterizzato la storia e la vita degli abitanti di Rivamonte Agordino nel secolo scorso, attività che si collegano e compenetrano l’una con l’altra su molteplici piani, da quello della cultura materiale sino a quello linguistico.

Il cuore pulsante resta, tuttavia, sempre la miniera il cui ricordo, al termine del lungo viaggio nel sottosuolo, emerge come il più fervido, orgoglioso e, in definitiva, più malinconico.

L’ambiente lavorativo e familiare viene ricostruito avvalendosi delle memorie dei testimoni (uomini e donne) di Rivamonte e illustrato con disegni tratti da schizzi prodotti dai testimoni stessi.

L’autore, Enrico Giorgis si è laureato in storia nel 1997 presso l’Università Cà Foscari di Venezia  con una tesi in etnologia sui minatori dell’agordino. In seguito ha collaborato con il Museo etnografico della provincia di Belluno, con l’Università di Venezia  ed ha in seguito svolto ricerche sulla zoonimia popolare e schedature di oggetti di interesse etno-antropologico. Per “La ricerca folklorica” è uscito nel 2000 I pirati di Sant’Andrea, saggio incentrato sulla vita dei militari di leva in una caserma lagunare e nel 2001 Saperi naturalistici tra i minatori e seggiolai di Rivamonte agordino. Nel2004 hapubblicato Il cavallo. Ricerca a Quinto di Treviso in “Etnolinguistica e zoonimia” (Università della Calabria). Dal 2007 si occupa principalmente di antropologia dello sport, argomento sul quale ha svolto  ricerche sui mito e sui rituali sportivi. Ha organizzato il convegno sull’antropologia dello sport tenutosi a Venezia nel dicembre 2008 ed è stato co-curatore degli atti usciti nel numero 60 de “La ricerca folklorica” (2009) dove ha pubblicato Il terzo tempo come espressione di una cultura sportiva. Osservazioni etnografiche in un club di rugby. Nel2011 hapartecipato al convegno sulla cultura di miniera nelle alpi con un intervento, di prossima pubblicazione, intitolato Emigrazione alpina e lavoro in miniera. L’esperienza di un minatore tra Belgio, Australia e Rivamonte Agordino.

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