
BELLUNO – Le fiamme gialle di Belluno hanno scoperto, da inizio anno, tre imprenditori del feltrino, operanti nel settore della riparazione di macchinari, fabbricazione di minuteria metallica e dell’occhialeria, che hanno contabilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 700.000 euro, con indebito risparmio di Iva per oltre 140.000 euro.
Le indagini sono partite quando i finanzieri della Tenenza di Feltre hanno rilevato, nel corso di altra verifica fiscale, la gestione anomala del magazzino di un’azienda. nello specifico, sono stati riscontrati dei carichi di merce “fantasma” sugli scaffali di un’azienda di riparazione di macchinari. I successivi accertamenti hanno consentito di risalire a vari fornitori lombardi nel settore dei materiali ferrosi, rivelatisi vere e proprie “cartiere”, ovvero imprese esistenti soltanto formalmente, create ad hoc per l’emissione di documenti fiscali fittizi, di fatto non operative e completamente prive di strutture produttive.
Tali imprese fungono esclusivamente da strumento delle organizzazioni dedite alle frodi fiscali e si limitano all’emissione di fatture false per operazioni inesistenti al fine di generare costi fittizi ed Iva a credito, a favore delle società destinatarie delle fatture stesse, nel caso di specie la società feltrina.
Anche le altre due società hanno fatto ricorso allo “stratagemma” contabile dell’annotazione dei costi fittizi, questa volta pero’ costituiti da false sponsorizzazioni sportive. le indagini hanno consentito di individuare due soggetti residenti in provincia di Vicenza che hanno emesso in favore delle società feltrine fatture per operazioni di sponsorizzazione nel settore del calcio e del rally, in realtà mai sostenute.
Rilevante l’illecito vantaggio che i tre imprenditori hanno conseguito in danno dell’erario: l’annotazione di costi in realtà mai sostenuti, con conseguente abbattimento dei ricavi da sottoporre a tassazione, e la creazione di i.v.a. a credito in realtà non spettante.
Gli amministratori delle società feltrine sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per reati tributari previsti dal Decreto 74/2000 (evasione fiscale e utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti).
I medesimi ingegnosi meccanismi di evasione erano già stati scoperti nel 2011, sempre nell’area del feltrino, ove erano stati “pizzicati” altri 6 imprenditori disonesti, denunciati per frode fiscale, che avevano annotato fatture false per circa 1,4 milioni di euro e frodato i.v.a. per circa 300.000 euro.
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