Oscar De Pellegrin: “Non chiamateci diversamente abili”

L'Olimpionico De Pellegrin (CS)
L'Olimpionico De Pellegrin (CS)

FELTRE – La disabilità? Un concetto tutto da ripensare secondo Oscar De Pellegrin, campione olimpico ospite venerdì sera in Birreria Pedavena di un incontro promosso dal Rotary Club di Feltre.

Con lui alcuni soci dell’ASSI, l’associazione Sociale Sportiva Invalidi di Belluno,  il sindaco di Pedavena Teresa De Bortoli e i soci dei Rotary club di Feltre e Montebelluna.

Vittima a 21 anni di un incidente che lo ha costretto su una sedia a rotelle, De Pellegrin ha scoperto nello sport una terapia di riabilitazione. I risultati sono stati eccellenti: nel 1990 ha vestito la sua prima maglia azzurra, e ha collezionato una serie di successi importanti sul piano sportivo ma anche civico.

«Abbiamo rivendicato attraverso lo sport il diritto ad essere considerati normali – ha affermato De Pellegrin – una vera rivoluzione iniziata con le olimpiadi di Sidney nel 2000, e che per la prima volta  in Italia ha visto gli atleti disabili premiati nella stessa cerimonia e con le stesse onorificenze degli altri olimpionici».

Un messaggio oggi accreditato in ambito sportivo ma che deve ancora trovare piena  cittadinanza in tutti i contesti civili. «Il disabile – ha detto De Pellegrin – è una persona normale che prima degli altri ha trovato le risorse per guardarsi dentro ed andare avanti.  Se riesce a compiere questo percorso può tornare ad essere una risorsa importante per la nostra società».

Un messaggio di valenza politica, che è invito a considerare in modo più attento percorsi di riabilitazione e di promozione dello sport rivolti a tutti a cominciare dai più giovani.

«Lo sport – ha concluso De Pellegrin – insegna a crescere in modo pulito e a saper perdere. E’ strumento di integrazione sociale e fa crescere nella vita. Una magnifica palestra di valori capace di abbatteere le barriere, specie quelle mentali».

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