Erika Dal Farra: “A proposito di civiche e partiti”

Erika Dal farra (CS)
Erika Dal farra (CS)

BELLUNO – Erika Dal Farra 23 anni, studentessa universitaria iscritta al quinto anno di giurisprudenza e lavoratrice, desidera intervenire sul dibattito “liste civiche/partiti”.

«Da che mondo e mondo la politica nasce con i partiti. I partiti sono il primo luogo previsto dalla Costituzione, dove si formano gruppi di lavoro, di idee e di proposte con l’obiettivo  di soddisfare le esigenze della popolazione.

Benché si stia vivendo una stagione in cui i partiti, o gran parte di essi, tutto abbiano fatto meno che adempiere a questa loro “missione”, è assolutamente impensabile fare e pensare la politica senza i partiti. È proprio da qui anzi che dobbiamo ripartire: abbiamo urgente bisogno di buona politica. Dobbiamo cambiare il modo di farla cambiando i partiti, non eliminandoli. E i partiti si possono cambiare soltanto vivendoli dall’interno.

Ecco perché ho deciso di entrare nella lista del PD. Fine della corsa alla poltrona, inizio, o meglio ritorno, al bene della società come fine unico dell’agire politico. Rispetto chi ha fatto la scelta di aderire ad una lista civica con il sincero e medesimo intento di lavorare per il bene della collettività, ma non si può pensare di governare il futuro di una città capoluogo come Belluno chiusi in se stessi,  senza un collegamento con il resto del mondo,  senza un collegamento politico chiaro e diretto con la realtà (e dunque un partito) nazionale, che consenta di portare fuori dai nostri confini le nostre esigenze, istanze e proposte. Mi sono candidata nella lista del Partito Democratico perché so che anche se non sarò eletta, io e i cittadini che mi avranno votata avremo comunque un soggetto, un luogo a cui rivolgersi per chiedere conto delle promesse fatte e del futuro della nostra città.

Attenzione piuttosto alle liste civiche “nascondiglio”, “tana” per molti politici navigati che hanno fatto il buono e il cattivo tempo da anni, se non da decenni,  per poi nascondersi  dietro ad una lista “no logo” per nascondere la loro vera identità politica e rigenerasi. Senza dimenticare che magari sono stati i primi a partecipare alla crisi di quegli stessi partiti da cui ora scappano, o che non trovando forse personale soddisfazione in essi, hanno deciso di “far da sé”. Qualcuno ha fatto danni che ancora si riperquotono pesantemente sui cittadini.

Il mio PD, quello per cui ci ho messa la faccia, è rinnovamento e impegno, con la collettività. Il mio PD è giovane non solo per l’anagrafe, ma anche per idee, freschezza, etica e trasparenza. Un PD che ha portato tutti i suoi candidati a firmare un impegno con i cittadini; atto che dimostra la coerenza del partito, il rispetto delle scelte democratiche e la lealtà verso i propri elettori e concittadini. L’impegno di mettersi a disposizione della collettività senza cambi di bandiera, senza sotterfugi e manipolazioni, con la consapevolezza che si corre per un progetto nel quale si crede. Non per sé stessi».

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