
- Soccorso Alpino (Tiellephoto.it)
BELLUNO – In questa relazione analitica non vengono considerati, anche se i relativi numeri sono ormai davvero importanti anche dal punto di vista statistico, tutti gli interventi effettuati dai Servizi di Elisoccorso di Pieve di Cadore e Treviso in configurazione H.S.A.R. (presenza del personale C.N.S.A.S.) in ambiente non ostile ed impervio, ovvero in ambienti antropizzati, arterie stradali, ambiti lavorativi, ecc.. Sia noto che queste fattispecie operative, svolte in strettissima sinergia con il personale del S.U.E.M. 118, hanno raggiunto un numero considerevole di missioni e di soggetti a vario titolo soccorsi in ambiente urbano e sub-urbano, in scenari stradali, in ambienti di lavoro, ecc.. Per questioni legate alla statistica propria del CNSAS, questi dati non sono stati ovviamente contemplati.
La stagione 2011 ha segnato, dopo che nel 2010 si era assistito ad una leggera diminuzione degli interventi di soccorso rispetto ad un consolidato trend decennale di crescita pressoché esponenziale dell’attività di soccorso, un ritorno notevolmente marcato alla crescita della complessiva attività effettuata dalle 20 Stazioni della 2^ Zona Delegazione Dolomiti Bellunesi in concorso al Servizio dell’Elisoccorso Bellunese e a quello di Treviso.
Conseguentemente si è registrato un conseguente, forte, aumento del numero dei soggetti a vario titolo soccorsi e del numero del personale CNSAS coinvolto, connotando la passata stagione come forte campanello d’allarme (solo la disciplina dello sci alpinismo ha fatto registrare un calo netto degli incidenti) sia in relazione al numero di interventi inteso in senso assoluto, sia in relazione ad altri indicatori quali, ad esempio, i decessi.
Ciò premesso, merita analizzare nel dettaglio i particolari valori numerici della stagione 2010 e le particolari casistiche intervenute e meglio esplicitate negli allegati grafici, utili a far comprendere nel suo complesso l’analisi statistica.
La mole dei dati riferiti al 2011 merita allora una profonda quanto serrata riflessione da parte dello stesso CNSAS, ma anche e soprattutto da parte degli Enti Locali e del Servizio Sanitario Regionale da una parte e degli addetti ai lavori del sistema montagna, dall’altra.

Il richiamo forte è di per sé un invito a considerare la necessità improcrastinabile di mettere in campo azioni concrete e continuative per cercare di contrastare questo trend.
In questo contesto il progetto MONTAGNA AMICA&SICURA condotto dal CAI, CNSAS e AGAI ha indubbiamente iniziato un percorso virtuoso, i cui frutti speriamo possano essere apprezzati nel medio periodo. Perché ciò concretamente avvenga, occorre senza tema di smentita che Regione Veneto e Province siano in prima linea per supportare le iniziative che verranno loro proposte.
La tabella comparata degli interventi dell’ultimo decennio manifesta con precisione questa situazione ed è utile per prevedere un’ulteriore crescita dell’attività, dato peraltro confermato da analoghe statistiche svolte a livello nazionale.
Va, infatti, ricordato che, rispetto al quinquennio 2001/2005 il numero degli interventi è aumentato del 32,7% (numero assoluto n. 2.731 contro n. 2.058 interventi) ed il numero delle persone soccorse del 25,14% (numero assoluto 3.210 contro n. 2.565), il numero delle persone decedute del 19,29% (numero assoluto n. 204 contro n. 171). Questi i dati oggettivi, senza fronzoli retorici.
INTERVENTI E PERSONE SOCCORSE: L’attività svolta nel corso del 2011 dagli organici delle 20 Stazioni CNSAS in strettissima sinergia operativa con il SUEM 118 di Pieve di Cadore in particolare e con il SUEM 118 di Treviso e Crespano del Grappa nelle zone di competenza territoriale provinciale ed extra-provinciale, si è, infatti, attestata a n. 616 interventi effettuati in ambiente ostile ed impervio. Di questi interventi, il 42,37% vengono effettuati nei mesi di luglio, agosto e settembre, con il mese di agosto che ha fatto registrare il 22,24% degli eventi di soccorso.
Questo primo macro dato (missioni di soccorso) segna – come detto – un aumento pari ad un + 43,92% rispetto all’anno precedente quando furono n. 593.
Per quanto, invece, concerne il numero complessivo delle persone soccorse a vario titolo dal personale CNSAS, si è raggiunto il valore assoluto di n. 738, con un percentuale al rialzo assolutamente ragguardevole, senza precedenti, del + 51,85% rispetto alla stagione operativa 2010.
DIAGNOSTICA CODICI DI GRAVITA’: Per quanto più espressamente attiene alla diagnostica analitica degli interventi, oltre ai n. 317 illesi tratti in salvo (42,95% delle persone complessivamente soccorse, dato in rialzo), si deve constatare un valore in calo assolutamente marcato delle persone ferite (nei vari codici di gravità) recuperate dal Soccorso Alpino che raggiungono il numero di n. 377 (51,08% delle persone complessivamente soccorse).
Particolare attenzione merita la disamina delle persone decedute. Il dato statistico tragico registrato nel 2009, anno orribilis del CNSAS (n. 47 salme recuperate), è stato di fatto pressoché confermato nel 2011, dove si sono registrate n. 43 persone decedute recuperate che hanno fatto addirittura segnare + 59,25% rispetto al 2010.
CAUSE DEGLI INCIDENTI ED ATTIVITA’ COINVOLTE: Merita come di consueto vedere in dettaglio quelle che sono le attività maggiormente coinvolte e le cause degli incidenti, anche se al riguardo è opportuno rimandare agli apporti grafici allegati che evidenziano in modo più puntuale le casistiche particolari.
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In ogni caso, si deve constatare come le cause ascrivibili alla mancata preparazione fisica e psicofisica siano rappresentino una percentuale ragguardevole, che deve anche essere un segnale d’allarme poiché viene di anno in anno mantenuto quale valore elevato.
Il 10,70% degli interventi complessivi è stato portato a favore di soggetti che hanno accusato malori ed affaticamenti vari (dato identico all’anno precedente), mentre il 21,68% di interventi dovuti alla mancata preparazione tecnica ed esperienza e alla perdita di orientamento (dato in crescita sensibile).
Si perviene, dunque, al valore del 32,38% di missioni compiute a causa dei così detti fattori soggettivi, condizioni di per sé non imputabili al fattore ambientale, ma alla superficialità con la quale spesso si affronta il sistema montagna, ivi inclusa l’indubbia preparazione fisica che, nell’ultimo decennio, ha visto in aumento la particolare casistica.
Altro fattore collegato al precedente e davvero impressionante che deve essere valutato con estrema attenzione dagli addetti ai lavori ed in parte ascrivibile ai dati appena esposti, è che il 8,13% di incidenti sia ascrivibile alla scivolata su sentiero, neve e ghiaccio, fattispecie che può, nella stragrande maggioranza dei casi, essere imputabile alle motivazioni di cui sopra, cioè ai così detti fattori soggettivi (inesperienza, tipologia calzature, mancata previsione delle condizioni del terreno, ecc.). Altro dato non verificabile è quello ascrivibile alle cadute che, spesso, sono correlate alle scivolate di vario genere, ancorché non siano sempre scientificamente dimostrabili.
Quasi una persona ogni due (40,51%) viene, dunque, soccorsa per queste ragioni.
Infine, la disamina su quelle che sono le attività maggiormente coinvolte: l’escursionismo spicca su tutte con il 34,01%, lo sci e surf in pista con il 24,79% (dato in spiccato aumento), alpinismo, ferrate e free climbing con il 18,97% con un livello analogo alle annate precedenti (vedi cause sopra ricordate).
Lo sci-alpinismo, con l’1,89% segna una evidente contrazione rispetto alle annate precedenti (il dato forse va anche correlato alla notevole campagna di informazione e formazione del progetto Montagna Amica&sicura).
Vanno, quindi, segnalati gli incidenti legati al volo libero con deltaplano e parapendio che segnano un 3,65% di tutte le persone soccorse e, quest’anno, quelli legati al lavoro con 3,25%, valore significativo da un punto di vista statistico.
NAZIONALITA’ DELLE PERSONE SOCCORSE e STATO ASSICURATIVO: A questi dati vanno poi ad aggiungersi quelli più specifici.
In questa sede, vale la pena rimarcare come sia leggermente aumentata la percentuale (non il numero assoluto) di persone soccorse di nazionalità straniera pari al 13,55% delle persone soccorse. Quest’ultimo dato è assolutamente anomalo, posto che nel 2010 le persone straniere erano il 22,63%. Lasciamo ovviamente ad altri l’analisi del dato specifico.

Altro ragionamento merita, anche alla luce dell’approvazione della Legge Regionale n. 33/07 e dell’approvazione della Delibera della Giunta della Regione Veneto n. 4611 del 6 settembre 2011, lo stato assicurativo delle persone soccorse.
I Soci CAI rappresentano l’7,58% dato grosso modo similare all’ultimo biennio, mentre le persone prive di qualsiasi copertura assicurativa segnano l’88,21%, mentre associati a Dolomiti Emergency sono stati n. 8.
Solo uno su dieci dei soggetti soccorsi a vario titolo dal CNSAS sono, dunque, in possesso di una copertura assicurativa, fattore che dovrebbe essere maggiormente pubblicizzato per rendere tutti consapevoli sulla necessità di avere un’adeguata copertura assicurativa (nda: l’auspicio è tra l’altro quello che Dolomiti Emergency decolli in via definitiva, tanto più considerate le finalità d’istituto di questa organizzazione), posto che il CNSAS è del tutto favorevole a dare compiuta applicazione all’art. 5 della suddetta Legge Regionale e alla conseguente delibera che, per alcuni aspetti, andrà migliorata dopo un periodo di applicazione.
RICERCA e SOCCORSO PERSONE DISPERSE: Ragionamento circostanziato merita in questa sede l’attività di ricerca svolta dal CNSAS a favore di persone disperse. Si sono, infatti, registrate oltre alle ricerche di routine (esito di interventi che si sono risolti entro le 2H, pari a n. 28 interventi), n. 4 ricerche di persone disperse che hanno superato le 24H di attività, n. 3 ricerche che hanno superato le 72H.
OPERATORI DI SOCCORSO ALPINO VOLONTARI IMPEGNATI: Va doverosamente sottolineato lo straordinario lavoro svolto dai Volontari delle 20 Stazioni. Infatti, con le premesse delle varie analisi prima poste in evidenza, si deve di necessità registrare un’annata particolarmente onerosa che non trova precedenti nella storia recente e passata del Soccorso Alpino. Nel 2011 si è registrato l’impiego di n. 3.349 Volontari per complessive n. 3.556 giornate/uomo.
Un piccolo esercito di inestimabile valore per il territorio e le sue comunità, un piccolo esercito calcolato certamente per difetto, posto che spesso quanti partecipano marginalmente agli interventi, non vengono effettivamente computati nei rapporti informativi.
A queste persone il nostro ringraziamento. A Alberto e Aldo il nostro sincero ricordo, poiché in quei valori numerici, spesso aridi, c’è stato chi per passione e dedizione ha perso la vita. Questo non possiamo né dobbiamo scordarlo mai.
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