Le associazioni di volontariato necessitano di uno strumento di servizio qualificato

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BELLUNO – Le associazioni di volontariato bellunesi necessitano di uno strumento di servizio e supporto qualificato. Il Centro di Servizio per il Volontariato, operativo da quindici anni in provincia, è diventato uno strumento indispensabile a questo fine. Ma il suo futuro deve essere affrontato in un’ottica di concertazione, tenendo conto delle specifiche esigenze del territorio.

E’ in estrema sintesi l’appello che il Comune di Belluno, tramite il sindaco Antonio Prade, ha rivolto al Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, all’Assessore alle politiche sociali Remo Sernagiotto, al Presidente della Conferenza Regionale del Volontariato Giovanni Grillo e al Presidente del Comitato di Gestione del Fondo speciale regionale per il volontariato del Veneto, Giovanni Guglielmi. Ovvero, i principali attori che in Veneto si rapportano con il mondo del volontariato e con i Centri di servizio.

«Il Csv di Belluno – scrive il Sindaco di Belluno – oltre ai servizi previsti dalla legge quadro istitutiva di queste realtà, ha anche sostenuto in tutti questi anni la progettazione e il funzionamento delle associazioni. Ora, causa la congiuntura economica che sta interessando anche le Fondazioni bancarie, principali finanziatrici per legge dei Centri di Servizio, l’attività di sostegno al volontariato si sta riducendo di molto».

Nel 2012 il Csv di Belluno ha subito una riduzione del 43% dei finanziamenti. «Questa situazione – afferma il Sindaco Prade – impone a tutti gli attori coinvolti delle riflessioni, ma anche un lavoro di squadra anche tra i Csv e il mondo del volontariato. E’ urgente affrontare le criticità e le difficoltà assieme al Comitato di Gestione del Fondo regionale per il volontariato del Veneto, assumendo decisioni con vera concertazione. In particolare – continua la nota di Palazzo Rosso – con chi opera sul territorio ed è vicino ai bisogni delle piccole e medie associazioni di volontariato».

Decisioni che, conclude l’appello del Comune, se non saranno condivise, inficeranno l’autonomia gestionale e organizzativa dei Centri di Servizio, riducendo la capacità di rispondere in modo adeguato ai bisogni.

«La presa di posizione del Comune di Belluno è un riconoscimento significativo dell’opera del Csv – sottolinea il presidente Giorgio Zampieri – importante è quindi la comunanza d’intenti con l’Ente pubblico nel portare avanti le istanze del nostro centro. In particolare, l’esigenza di una condivisione tra l’ambito locale e gli attori regionali sulle scelte future per il territorio. L’esperienza maturata in tutti questi anni dal Csv in provincia di Belluno è la credenziale più forte che possiamo portare per affrontare con cognizione di causa i bisogni delle persone che vivono nelle nostre comunità. Cominciare a ragionare su scelte condivise – conclude Giorgio Zampieri – potrebbe anche rappresentare il primo passo concreto dell’applicazione di quella specificità del territorio bellunese da poco riconosciuta nello Statuto del Veneto».

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