
BELLUNO– Riunione del Consiglio direttivo di ANEF Veneto (Associazione esercenti funiviari del Veneto), martedì scorso, al quale hanno partecipato anche i funzionari della Regione del Veneto del settore funiviario. Un incontro voluto per testare l’andamento della stagione turistica invernale e capire quali azioni intraprendere nell’immediato e nel medio termine a favore del comparto.
Dai rappresentanti di tutte le aree del Veneto è venuto un quadro pesantemente negativo, complice la forte carenza di neve naturale e, in molti casi, l’impossibilità di produrre quella programmata, anche per i forti oneri previsti (che sono sostenuti sempre e solo per intero dalle imprese funiviarie, anche se delle ricadute ne beneficia tutta la filiera turistica), tanto che in molte aree gli impianti sono ancora chiusi.
«Dai primi bilanci che possiamo fare, emerge una situazione fallimentare per molte società che, a fine stagione, rischiano davvero il tracollo economico. Troppi parlano dell’importanza del turismo e, per quello montano, dell’indispensabile presenza attiva del comparto funiviario, ma poi ci scontriamo con la realtà che è fortemente diversa. Ai funzionari abbiamo prospettato la situazione in essere e, assieme, abbiamo ipotizzato percorsi ed interventi che già abbiamo anticipato al competente assessore regionale, Marino Finozzi», ha dichiarato il presidente di Anef Veneto, Renzo Minella.
«Qui serve attuare immediatamente azioni forti sul breve e medio periodo, su base regionale e nazionale, mettendo in atto strumenti ed operatività nuovi, iniziando dal coinvolgimento diretto di organismi regionali come la finanziaria “Veneto Sviluppo”, con la quale abbiamo già abbozzato delle ipotesi di intervento, tramite la Regione del Veneto. Grande attenzione la dobbiamo per forza di cose ora riservare ai “Fondi Fas” che per il Veneto vedono importanti risorse statali messe a disposizione per il comparto: qui occorre avere una progettazione che possa superare l’interesse diretto del singolo, anche perché i lacci comunitari sono sempre più stretti, e guardare ad azioni condivise sui territori che possano portare beneficio diffuso come iniziative tese a ridurre i pesantissimi ed ormai insostenibili oneri per la produzione certa e sicura di neve programmata. Un ultimo aspetto è quello legato all’urgente necessità di snellire tutta una serie di iter burocratici che non hanno più senso di esistere e che stanno negativamente condizionando l’attività economica delle società; appesantimenti a volte creati da alcuni rami dell’organizzazione regionale avulsi dalla realtà del comparto funiviario che stanno, però, generando ritardi ed inutili appesantimenti economici alle aziende. Dalle enunciazioni è ora di passare in fretta alle determinazioni legislative ed amministrative, che però competono agli organismi politici regionali: in gioco c’è la sopravvivenza del settore portante dell’economia montana, invernale ed estiva», ha concluso Minella.
Da parte sua, l’assessore Marino Finozzi ha subito risposto all’appello: «Ho già predisposto l’attivazione della struttura regionale Veneto Sviluppo affinché venga costituto un pacchetto di interventi che spaziano da un fondo di rotazione per far fronte a tutti quegli impegni finanziari già presi dalle strutture e per fronteggiare interventi specifici del settore. Mi auguro inoltre che durante la discussione del Bilancio nelle sedute del Consiglio regionale il problema venga preso in considerazione. Tra l’altro da un paio d’anni si è costituito proprio in seno al Consiglio il gruppo “Amici della Montagna”, vediamo adesso quanti amici veri ha la montagna veneta…».
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