

CORTINA D’AMPEZZO – Il 2012 si apre all’insegna dei primati per l’Osservatorio Astronomico del Col Drusciè che torna nuovamente a far parlare di sé con una, anzi due scoperte galattiche. Le new entry nel panorama stellare arrivano inaspettate dopo un periodo caratterizzato da nottate nuvolose e altre molto fredde che hanno impedito l’utilizzo delle due cupole poste in cima al Col Drusciè. Tra il 20 e il 22 gennaio in galassie molto diverse e tra loro molto distanti sono scoppiate due supernove, rilevate entrambe in remoto via Internet grazie al programma CROSS. La prima stella, osservata da Alessandro Dimai il 20 gennaio scorso, è scoppiata in una galassia distante ben 450 milioni di anni luce e denominata Arp 302. Questo catalogo identifica un nutrito numero di galassie interagenti e lo scoppio di una supernova in queste tipologie galattiche è un elemento molto importante perché sul fronte della ricerca il suo studio può fornire dati rilevanti sul tipo di interazione esistente e sugli scambi di materiale stellare in atto fra le diverse galassie. La supernova si è rivelata essere una luminosissima (SN di tipo Ia), provocata dalla deflagrazione di una nana bianca di 1,44 masse solari. Insomma una particolarità assoluta.
La seconda supernova è stata invece individuata due giorni dopo da Fabio Briganti, un supernovista di lungo corso che, dalla provincia di Pisa, collabora a distanza con il CROSS, il centro di ricerca ampezzano, ormai da più di tre anni. Grazie ai collegamenti telematici e informatici e al nuovo sistema di controllo remoto dell’osservatorio del Col Drusciè (www.skyontheweb.org) è infatti possibile da un po’ di tempo riprendere, esaminare ed elaborare le immagini catturate dal telescopio del Drusciè da qualunque angolo del mondo. Proprio di questa potenzialità ne ha fatto tesoro Briganti che, dopo anni di ricerche, è riuscito finalmente a scovare la sua prima supernova ufficiale, scoppiata in una galassia, NGC5806, relativamente vicina alla nostra: “solo” 45 milioni di anni luce.
Anche questa scoperta si rivela essere di notevole interesse, considerando proprio la vicinanza della galassia ospite che consentirà un follow-up prolungato della nuova stella. Inoltre questa supernova appartiene a una tipologia rara: all’analisi spettrografica è risultata essere di tipo Ic, categoria che identifica eventi di supernovae molto brillanti generati da stelle molto giovani e calde.
Un elemento fondamentale in questa fase si è rivelato essere l’ottimo rapporto di collaborazione instauratosi con gli astronomi professionisti di Asiago. E’ bastato un rapido scambio di e-mail e nel giro di poche ore il telescopio di Cima Ekar, il più grande strumento astronomico d’Italia, era già puntato sulle nuove stelle per ricavarne un’indagine spettrografica, fondamentale per l’ufficializzazione della scoperta. Grazie a questa fattiva collaborazione, tutte le scoperte dell’ISSP (Italian Supernovae Search Program, il gruppo italiano di ricerca di cui il CROSS è stato uno dei co-fondatori e che dalla sua nascita, il 1° giugno scorso, oggi raccoglie 21 astrofili di cui 4 del CROSS) hanno avuto una rapida conferma e sono perciò state annunciate in tempi brevissimi alla comunità scientifica di tutto il mondo.
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